La Chiesa cattolica in Terra Santa
La Chiesa Cattolica in Terra Santa è una realtà ricca e variegata che conta la presenza del Patriarcato latino di Gerusalemme, diverse Chiese cattoliche orientali e la presenza secolare della Custodia di Terra Santa.
La Custodia di Terra Santa
La Custodia di Terra Santa è una provincia dell’Ordine francescano dei Frati minori; comprende i territori di Israele, Palestina, Giordania, Siria, Libano, Egitto, Cipro e Rodi.
L’Ordine dei Frati minori, fondato da san Francesco d’Assisi nel 1209, si aprì subito all’evangelizzazione missionaria.
Nel 1217, con la divisione dell’Ordine in varie giurisdizioni, nacque anche la Provincia di Terra Santa che comprendeva, naturalmente, la terra natale di Gesù Cristo. Venne dunque considerata la perla di tutte le Province e fu visitata dallo stesso san Francesco fra il 1219 e il 1220. In questi anni l’apostolato dei Frati minori in Terra Santa si svolgeva entro l’ambito della presenza crociata. Nel 1291, quando cadde in mano islamica San Giovanni d’Acri, ultima roccaforte dei Crociati, i francescani si rifugiarono a Cipro, continuando però ad attuare ogni forma possibile di presenza a Gerusalemme e nelle altre zone dei santuari palestinesi. È certa la loro presenza a servizio del Santo Sepolcro nel periodo fra il 1322 e il 1327.
Il ritorno definitivo in Terra Santa, col possesso legale di alcuni santuari e il diritto d’uso per altri, si deve ai Reali di Napoli, Roberto d’Angiò e Sancia di Maiorca, che nel 1333 acquistarono dal sultano d’Egitto il Santo Cenacolo e il diritto di svolgere celebrazioni al Santo Sepolcro. Stabilirono inoltre che fossero i Frati minori a godere di tali diritti per conto della cristianità. Nel 1342 papa Clemente VI, con le bolle Gratias agimus e Nuper carissimæ, approvò l’operato dei Reali di Napoli e diede disposizioni per la nuova entità, la Custodia di Terra Santa.
Essa è attualmente l’unica Provincia dell’Ordine a carattere internazionale, in quanto composta da religiosi provenienti da tutto il mondo. I francescani prestano il loro servizio nei principali santuari della Redenzione, tra i quali un posto di rilievo spetta al Santo Sepolcro, alla basilica della Natività a Betlemme e alla chiesa dell’Annunciazione a Nazaret.
I frati svolgono attività pastorale in diverse parrocchie, esprimendosi anche con opere di carattere sociale: scuole, collegi, case per studenti, laboratori artigianali, circoli parrocchiali, case di riposo per anziani, doposcuola, laboratori femminili, colonie estive, ambulatori. Le loro scuole forniscono formazione a circa 10 mila alunni fra cattolici, non cattolici e non cristiani.
Molto importante è l’opera dei Commissari di Terra Santa, sparsi in circa 50 Paesi in tutto il mondo. Si tratta di frati che si dedicano a far conoscere le attività e i problemi della Custodia e creano ovunque quel movimento di interesse ai luoghi sorgivi della fede cristiana che è rappresentato dai pellegrinaggi.
Il Patriarcato latino di Gerusalemme
Il Patriarcato Latino di Gerusalemme sorse nel 1099, dopo la prima crociata. Quando nel 1187 la Città santa cadde nelle mani del Saladino, il Patriarcato fu spostato ad Acri e poi a Cipro, e infine a Roma. Dopo più di sei secoli, nel 1847, papa Pio IX lo ha ristabilito a Gerusalemme.
Oggi la diocesi patriarcale conta circa 70 mila fedeli in quattro Stati: Israele, Autorità palestinese, Giordania e Cipro. Essa comprende un mosaico molto vario di culture, lingue, religioni e tradizioni.
Le Chiese cattoliche orientali
Chiesa cattolica armena
Tradizionalmente in Armenia il cristianesimo è dichiarato religione di Stato già nel 301. Nei secoli successivi i rapporti tra la Chiesa locale e quella di Roma sono segnati da distacchi e avvicinamenti. Ma è solo nel 1742 che il Papa riconosce un Patriarcato cattolico armeno, che oggi ha sede a Bzommar, vicino a Beirut.
Questa Chiesa conta circa 350 mila membri, tra la madrepatria e l’ampissima diaspora. Sono raggruppati nelle grandi città (Istanbul, Aleppo, Beirut, Amman). In Terra Santa è presente un piccolo gruppo di poche centinaia di fedeli. All’interno delle mura di Gerusalemme si trova ancora oggi un quartiere armeno.
Chiesa caldea
Nel 1445 papa Eugenio IV usò l’appellativo di «Chiesa caldea» per indicare una colonia di siro-orientali di Cipro che aveva accettato l’obbedienza pontificia. Ma la nascita “ufficiale” di questa Chiesa avviene nel 1553, quando papa Giulio III consacra patriarca «di Babilonia dei Caldei», col nome di Simone VIII, l’abate Giovanni Sulaqa della Chiesa assira, superiore di un monastero vicino a Mosul, nell’attuale Iraq. Oggi la maggior parte dei fedeli si trova in Iraq (250 mila) e Iran (4 mila). In Giordania si registra una forte crescita del numero di fedeli, profughi dall’Iraq. La sede patriarcale è a Baghdad. La liturgia ha mantenuto la tradizione siriaca orientale. La lingua liturgica è l’aramaico, idioma parlato da Gesù.
Chiesa cattolica copta
Nata in Egitto nel I secolo d.C., la Chiesa copta dà vita alla straordinaria esperienza del monachesimo orientale, che ha regalato alla cristianità figure di grande rilievo (basti citare Antonio e Pacomio). La Chiesa copta nei secoli successivi risente dell’avanzata araba nel Nord Africa. Attualmente il patriarca copto-ortodosso governa, a seconda delle stime, tra 6 e 12 milioni di fedeli. Al Cairo esiste anche un Patriarcato copto-cattolico, con sette eparchie (diocesi) suffraganee. L’erezione della gerarchia ecclesiastica copto-cattolica risale alla fine dell’Ottocento, ma le prime comunità cattoliche di rito copto sono frutto della predicazione dei francescani e dei gesuiti tra XVII e XVIII secolo. La Chiesa cattolica copta in Egitto conta circa 270 mila fedeli.
Chiesa maronita
Sorta nel IV secolo, prende il nome da san Marone, eremita vissuto nel nord della Siria. La sua organizzazione in sei arcivescovadi e sette vescovadi risale al 1736. In Libano costituisce la maggiore fra le Chiese e conta almeno un milione di fedeli residenti. La liturgia è di tradizione siro-antiochena, ma ha assunto elementi anche dalla tradizione siro-orientale e latina. La lingua liturgica è l’arabo. Il monachesimo è da sempre un aspetto fondamentale di questa Chiesa. Il patriarcato di Antiochia dei Maroniti ha sede a Bkerké, in Libano.
Chiesa cattolica greco-melchita
La sua origine viene fatta risalire al concilio di Calcedonia (451), ma solo dalla metà del XVII secolo sorsero comunità cattoliche di rito bizantino ad Aleppo, Damasco e dintorni, ad opera di missionari gesuiti e cappuccini. Nel 1724 la Chiesa melchita in Siria si divise in ortodossa e cattolica, e Roma riconobbe un Patriarcato cattolico melchita di lingua araba. Questa Chiesa si diffuse in Libano, in Palestina e in Giordania. Con piccole presenze anche in Egitto e in altri Paesi del Medio Oriente, oggi costituisce, dopo la Chiesa maronita, la più consistente comunità cattolica nella regione, con più di mezzo milione di fedeli. I cattolici melchiti di Terra Santa (a Gerusalemme si trova il vicariato patriarcale, una sede arcivescovile si trova ad Akko) formano una comunità rilevante, che ha circa 95 mila fedeli e un clero completamente arabo. In Giordania sono circa 30 mila. Il patriarca risiede a Damasco; in Siria i cattolici melchiti sono circa 350 mila.
Chiesa cattolica sira
Risale al 1782, anno in cui l’arcivescovo siro-ortodosso di Aleppo, Michele Jarweh, passato segretamente al cattolicesimo nel 1774, fu eletto patriarca. La sede del Patriarcato si trova a Beirut (dove Jarweh dovette rifugiarsi dopo essersi apertamente dichiarato cattolico). La maggior parte dei fedeli vive in Iraq (circa 53 mila) e in Siria (57 mila). Sono presenti comunità siriache in Turchia e Kuwait. In Terra Santa questa Chiesa conta alcune centinaia di fedeli.